Conoscere il Respiro

Lo yoga attribuisce grandissima importanza all’atto della respirazione. Per mezzo del respiro e del suo controllo infatti si possono raggiungere benefici sia psichici sia fisici e preparare l’individuo ad ottenere la calma e la serenità necessaria per la meditazione: successivo gradino verso la liberazione.

Le tecniche respiratorie che fanno del respiro un atto volontario sono identificate con la parola sanscrita Prāṇāyāma

Il suo significato secondo alcuni è “osservazione o controllo del respiro” secondo altri “dominio del Prana o forza biomotrice” e ancora “estensione del respiro”, essendo la parola Pranayama formata da Prana (fiato, energia vitale, respiro, vita) e da Ayama (estensione, controllo, espansione). 

Sempre per la “fisiologia sottile” dello yoga il Prana è ciò che si definisce la vera essenza dell’aria, l’energia vitale diffusa in essa e che, introdotta nel nostro organismo, diventa il soffio vitale.

Ogni forza si fonda sul Prana: quella di gravità, quella di attrazione, quella di repulsione, l’elettricità, la radioattività. Secondo la disciplina yoga, ciò che caratterizza la vita, è la capacità di attivare il Prana dentro di sé, accumularlo e trasformarlo al fine di permettere l’azione nell’ambiente interno di un individuo e nel mondo esterno.

Se respirare è vivere, imparare a respirare nel modo giusto, significa vivere meglio. Purtroppo l’uomo occidentale non sa respirare, o meglio ancora riserva a questa funzione importantissima, quel tanto che basta a tirare dentro il fiato indispensabile per stare in vita.

La prima regola fondamentale, della respirazione yogica, è quella di respirare con il naso. Ciascuno di noi ordinariamente respira con la bocca, deprivando il naso di quelle funzioni primordiali di cui la natura stessa lo ha provvisto. I mezzi di difesa insiti nel naso servono prima di tutto a non far entrare, nel nostro organismo, le impurità contenute nell’aria. Infatti, questo organo, con le sue conche turbinate, tappezzate da un’infinità di ultrasensibili recettori nervosi, è in grado di rivelare le variazioni qualitative dell’aria. 

La fisiologia del respiro concepita dallo yoga prevede, oltre al normale elemento dell’aria, anche delle correnti energetiche con polarità diverse. A questo proposito insegna che la narice sinistra permette l’entrata d'energia negativa, lunare o Ida; la narice destra quella positiva, solare o Pingala.

Riappropriarsi della funzionalità del naso, al di là dalla sua funzione olfattiva, quindi dell’uso di entrambe le narici, implica un perfetto riequilibrio di queste due correnti. 

E’ importante, prima di ogni esercizio respiratorio, appurare che entrambe le narici siano libere; infatti, non ci accorgiamo mai che frequentemente respiriamo da una narice sola. Per determinare una giusta apertura delle condotte nasali, la pratica yoga prevede un adeguato esercizio di respirazione detta “alternata” dove appunto si va a respirare solo con la narice sinistra dieci volte (le due fasi inspiro/espiro valgono per una volta) e poi dieci volte solo con la narice destra.

La seconda regola per una respirazione corretta consiste nella profondità del respiro.

La fisiologia insegna che esistono tre tipi di respirazione in rapporto alle zone alta, media, bassa del polmone: la respirazione alta o clavicolare, la respirazione media o toracica, la respirazione bassa o addominale o diaframmatica. Il diaframma è il robusto setto muscolare che separa gli organi addominali da quelli toracici: dalla sua mobilità dipende tutto l’apparato respiratorio. 

La respirazione clavicolare utilizza solo la parte alta del polmone, che è anche la più piccola, per cui avremo una quantità di aria incorporata molto ridotta e il respiro sarà veloce per compensare il fabbisogno d’aria.

La respirazione toracica è quella normalmente usata da tutti gli individui quando, per esempio, vivono in locali chiusi (cinema, teatro, ambienti con aria viziata). In questo caso è la natura che mette in guardia contro un'ispirazione profonda: ciò provocherebbe assorbimento di aria senza ossigeno; al contrario ogni qualvolta l’uomo trova un ambiente dove l’aria è più pulita respirerà a pieni polmoni.

La respirazione bassa o addominale è quella praticata dagli individui coricati in posizione di riposo. Il diaframma si abbassa sempre più, comprime gli organi addominali verso il basso, permettendo così alle basi polmonari di distendersi e in questo modo fornire una maggiore superficie di scambio e una migliore ossigenazione del sangue. Quest’ultima respirazione è migliore rispetto alle altre due, non a caso, infatti, è associata a momenti di relax e a momenti di distensione corporea.

La divisione dei vari tipi di respirazione, nella pratica respiratoria quotidiana non dovrebbe sussistere, in quanto una sana respirazione dovrebbe permettere il riempimento totale dei polmoni. La respirazione yoga ha lo scopo di ripristinare il giusto equilibrio respiratorio e far apprendere la consapevolezza delle grandi possibilità di cui l’organismo dispone.

Altro principio importante della respirazione yoga è il ritmo. Esso regola gran parte della nostra vita: i ritmi cardiaci e respiratori sono infatti fondamentali per la vita dell’uomo. A ciascuna delle nostre attività, corrisponde un tipo di respirazione che gli è propria: il respiro di chi corre non è certo uguale a quello di chi sta in poltrona; il ritmo della veglia differisce da quello che manifestiamo nel sonno.

Si ricavano inoltre correlazioni sottili tra respiro e attività intellettuale ed emotiva: l’uomo in collera respirerà diversamente dall’ansioso; la respirazione dell’uomo felice sarà molto più lenta di quella del nevrotico. La respirazione alternata spiegata precedentemente è un esempio di respirazione ritmica.

Imparare a differenziare il respiro nelle tre zone: addominali, toraciche, clavicolari, permette un giusto movimento, una respirazione sana e naturale.

Un ultimo principio della respirazione yoga è l’arresto del respiro. Esso può essere effettuato alla fine dell’inspirazione, in altre parole a polmoni pieni (ritenzione del respiro - Antar Kumbhaka) o al termine dell’espirazione, cioè a polmoni vuoti (sospensione del respiro - Bahir Kumbhaka). Nell'esperienza comune notiamo come tutte le volte in cui si deve esercitare un controllo, sia sui movimenti sia sulle emozioni, venga naturale fare una lunga inspirazione o trattenere il respiro per ottenere una concentrazione maggiore.

Se si pratica il Pranayama e si soffre di ipertensione, astenersi dalla ritenzione ovvero il trattenimento a polmoni pieni.

Lo yoga insegna che l’arresto del respiro è un momento indispensabile, perché permette di impiegare bene e consapevolmente l’ossigeno e il Prana inspirati; mantenendo così in equilibrio le due correnti positive e negative. La respirazione stessa è un alternarsi di stati negativi e positivi; nell’inspirazione ci troviamo in uno stato negativo in quanto prendiamo dall’ambiente l’aria che ci serve, nell’espirazione invece, siamo in fase positiva, perché è il soggetto che emette il respiro. Il trattenerlo, costringe l’individuo a stabilire sé stesso come centro, o almeno a collegare, anche se per poco tempo, le due energie. Lo stato di equilibrio permette una purificazione degli alveoli polmonari stimolandoli a lavorare nel migliore dei modi. 

Dato che lo stato psicologico si riflette nel respiro, ne consegue che imparando a controllare il respiro si impara a controllare anche la mente: una corretta respirazione, quindi, non solo aumenta la circolazione di ossigeno e di Prana nell’organismo, ma predispone anche alla concentrazione ed alla meditazione. 

Elenchiamo qui di seguito i principali benefici apportati da una corretta respirazione:

• L’ossigenazione migliora
• La funzione degli organi è stimolata
• Il metabolismo si normalizza
• Si riattiva la pompa venosa diaframmatica
• La concentrazione aumenta
• La creatività aumenta
• La sfera emotiva è più equilibrata
• Gli sbalzi di umore diminuiscono di intensità e frequenza
• L’approccio alla vita è più armonico e profondo
• Il nervosismo si radica meno facilmente

Enjoy your Sacred Breath,
Subala
💜

Fonti:
Patrian
Andre Van Lysebeth
Fazzari
Evola
Dr. Velia Volpi

foto presa da Cure-Naturali

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