La Stabilità e la Comodità nella Pratica Yoga

स्थिरसुखमासनम् ॥४६॥
Sthira - Sukham - Āsanam
La Postura (Āsanam) è Stabile (Sthira) e Confortevole (Sukham)
(Yoga Sutra - Patanjali)

Era già un po’ di tempo che volevo pubblicare un articolo, pensando agli allievi che ci seguono e al nostro scambio con loro, per il quale siamo sempre molto grati in quanto per noi è una grande opportunità di Crescita; quindi dedico a loro (e non solo) questo scritto con l’augurio che sia soprattutto utile e fonte di riflessione 

Subala

Il terzo “anga” dello yoga secondo Patanjali è asana; questa parola deriva dalla radice sanscrita “as” che si può tradurre come “essere, stare quietamente senza interruzioni” e questo implica sì la comodità, ma soprattutto una buona e onesta comunicazione con il nostro corpo.
Ricordiamo che il termine asana non va mai interpretato come un esercizio fisico fine a se stesso, ma come una postura che ci consente la meditazione, l’ascolto del nostro corpo e del nostro respiro.
La stabilità sthira e la comodità sukham durante le asana, ognuno le può raggiungere solo individualmente sviluppando la consapevolezza dello stato del proprio corpo e della propria mente nel momento preciso e modificandoli eventualmente; per questa ragione è necessaria una pratica regolare, quanto più spesso possibile e l’ideale sarebbe tutti i giorni, anche solo per 20 minuti.
Dedicare questo tempo a noi stessi e alla pratica, come spesso ripetiamo nelle lezioni che conduciamo, porterà cambiamenti significativi nel nostro corpo, nel nostro respiro e anche nella nostra attitudine mentale.
Praticare 1, 2, 3 volte a settimana in gruppo e con un insegnante è ottimo, è un tempo prezioso, ma spesso intercorrono distrazioni, se pur inconsce; a volte pratichiamo dando soprattutto rilievo all’impatto fisico o sviluppiamo un atteggiamento “competitivo”; di sovente osserviamo gli allevi che guardano gli altri o che hanno fretta di entrare o uscire dalle asana e/o che si sforzano di renderle perfette o comunque di praticarle anche in presenza di dolore, perdendo così l’occasione di esercitare la propriocezione, di sentire il corpo e la fluidità del respiro che sempre ci accompagna e l’equilibrio che tutto ciò ci apporta.
Per questo motivo proponiamo con una certa frequenza il raccoglimento dopo un'asana o un gruppo di asana; nelle asana di raccoglimento abbiamo modo di osservare il nostro respiro e conoscerlo meglio, possiamo sentire i messaggi del corpo, dov’è rilassato e dov’è teso, osservare il nostro stato d’animo, se siamo sereni o nervosi, se siamo giudicanti o contemplativi, se siamo per l’appunto nel nostro “qui e ora” o se la nostra mente (come spesso succede) sta vagando altrove.
Quando riusciamo a diventare consapevoli delle ultime cose scritte, allora siamo nel “qui e ora” e allora la nostra pratica attraverso il corpo può diventare più facilmente “Sthira - Sukham - Āsanam” e ovviamente ciò si estenderà ben oltre il corpo!

Buona pratica a tutti 🌸

foto presa da Pinterest

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